giovedì 26 febbraio 2009

E nel momento del bisogno...

Ieri primo giorno di quaresima da queste parti è usanza mangiare "la renga" (Aringa). Mi chiama un'amica (di vecchia data... dalle medie) per onorare questa usanza assieme ad altri amici a casa sua.
Perfetto, avviso che arriverò tardi perchè lavoravo.
Esco dal lavoro, il tempo di arrivare a casa sua, suono, entro, e mi pervade un senso di felicità.
In pratica mi hanno solo salutato, ma su quel saluto per me era evidente la gioia di vedersi, quando vedo degli amici è sempre così, mi fanno star bene. Non ho mai saputo farne a meno, ci sono sempre stati quando ne avevo bisogno, e anche quando non ne avevo bisogno... o pensavo di non averne. Qualcuno lo vedo tutti i giorni, qualcuno lo vedo una volta l'anno, ma tutti sempre mi danno quel grosso senso di famigliarità.
"Gli amici sono la famiglia che scegliamo per noi stessi" dice una frase riportata su un quadretto magnetico che mi era stato regalato qualche anno fa, e rispecchiava esattamente quello che ho sempre pensato.
Mi chiedessero qual'è la differenza che c'è tra un amico e uno che mi sta semplicemente simpatico, non saprei rispondere, però saprei distinguere l'uno dall'altro.

2 commenti:

  1. Lo sai che all'ultima domanda che ti sei posto non saprei neanche io cosa rispondere? Credo che sia una questione di "istinto", come dicevi ieri...

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  2. x bastian
    Si non si riescono a dare delle carateristiche, è una cosa che si sente... sarà per quello che mi piace come sensazione.
    Ciauuu

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