martedì 30 giugno 2009

Pubblica contraddizione

Oddio sto ancora sorridendo, sono passato a vedere le news poco fa e ho letto di Berlusconi che è stato a Napoli e dopo che un gruppo di disoccupati lo ha fischiato, cosa poteva dichiarare? La sinistra è nemica del Paese! Ormai mi vien solo da ridere, è talmente prevedibile che è la caricatura di se stesso.
Ma al di la di questo oggi sono stato a ri-iscrivermi nelle graduatorie di istituto per insegnare laboratorio nelle scuole tecniche, con un diploma di perito elettrotecnico di più non mi è concesso, forse anche giustamente. Son graduatorie di terza fascia, il che vuol dire che se mi chiameranno (forse, se tutto va bene, e se il vento tira dalla parte giusta) qualche giorno prima della pensione posso star contento, se mai ci andrò in pensione, ma le cose possono sempre cambiare e non si sa mai, intanto ci provo. La cosa che ogni volta mi fa sorridere, è che in penultima pagina ci sono le dichiarazioni di carattere generale in cui io devo dichiarare di non avere precedenti penali e di non avere processi in corso. Eh beh giusto per lavorare per enti pubblici bisogna essere apposto con la legge. “Ridicolaggini”. Senza passare per ministri o capi di governo, che di qualsiasi epoca e colore, hanno avuto qualche scaramuccia discussa in qualche tribunale, anche solo certi sindaci e consiglieri hanno dei casini con la legge, e a torto o a ragione rimangono sempre al loro posto. Invece impiegati, insegnanti ed operatori di qualsiasi natura è meglio dichiarino di essere “puliti”. E’ anche vero che non c’è scritto da nessuna parte, nella domanda che ho compilato, che non verrei ammesso alle graduatorie se dovessi avere dei precedenti, ma allora perché chiedermelo? Potrei dichiarare di aver preso qualche multa, magari fa punteggio. Mah, tutta sta cosa la trovo tristemente buffa.
Non mi resta che sperare che a settembre ci sia un epidemia di cagotto che contagi tutti quelli che mi sono davanti in graduatoria, così mi posso prendere io un eventuale supplenza annuale e iniziare la scalata all'abilitazione.

martedì 23 giugno 2009

Sono nero

Ormai non è quasi più uno sfogo, ma una semplice necessità di capire, di capirmi e vedere se c'è una soluzione. Si tratta di rabbia, forse tristezza, o rancore, o tutto questo insieme più qualcos'altro che non so ben identificare. Il mio problema, anche stavolta sono i miei (faccio fatica anche a usare la parola genitori) lo so da tempo, con loro ho delle cose in sospeso, e lo sanno. Sono brave persone, ma non capiscono un cazzo, almeno questo è il pensiero che ho in testa, e l'ultima che mi hanno combinato non la digerisco tanto e la metto tra le cose in sospeso visto che non ho avuto soddisfazione.
A rifletterci il fatto in se forse non è grave, e che è l'ultimo di tutta una serie.
Le cose stanno così: comunione della piccola, i suoceri di mia sorella (di cui non so neanche i nomi, non mi hanno mai cagato e li ho visti si e no 2 volte senza mai mostrare particolare simpatia per me) molto gentilmente assieme alla cognata di mia sorella (con cui ho un rapporto di amicizia) regalano due piantine alla piccola, un gesto indubbiamente gentile che mi ha fatto piacere. queste piantine sono state consegnate ai miei tramite la cognata di mia sorella, e miei le hanno date a me. Che giri eh? Il giorno seguente ringraziamo la cognata di mia sorella, con cui ho un rapporto, dicendo di ringraziare anche i suoi genitori e che abbiamo molto apprezzato il pensiero.
Secondo me era tutto apposto no? così la faccenda era finita. Semplice.
Un paio di settimane dopo incrocio i miei, che mi fanno hai telefonato ai suoceri di tua sorella? Io rispondo no. Loro insistono dai chiamali per ringraziarli. Io gli dico che li ho già ringraziati e ho spiegato come. E loro insistono. A quel punto dico chiaro e tondo che a me non me ne frega un stracazzo di nulla dei suoceri di mia sorella, che ho apprezzato il pensiero, che li ho ringraziati come meglio credevo e che non rompano i coglioni (i miei). E qua si fa avanti mia mamma che mi dice ma si lo so che a te non te ne frega, ma ti do il numero chiamali. Ora io ho sempre portato rispetto per i miei nonostante tutto, ma quando vengono a dirmi di fare come loro credono che vada fatto, non lo sopporto. Anche perchè si trattava non tanto di un consiglio ma di un imposzione. Ho preso il numero, ho detto a mia mamma vedrò, poi arrivato a casa ho gettato il numero e per me la storia era chiusa.
Nooooo, non era chiusa cazzo! Qualche giorno dopo mi chiama mio papà e mi dice se ti chiamano dalla famiglia di tuo cognato per ringraziarti, non meravigliarti, gli abbiamo mandato un pensiero a nome tuo per ringraziarli della pianta per la comunione. Io ero in mezzo ad altra gente in quel momento, mi sono limitato a dire "ah, ciao". MERDA. Ho due genitori deficenti! Ma come stracazzo si permettono di fare le cose a nome mio, a persone che non mi interessa. Poi che assurdità è mi mandi una roba, te ne mando una per ringraziarti e me ne mandi un'alatra per ringraziarti... ma va a cagare! Sono incazzoso nero!
Ok ci penso, cerco di farmela sbollire, non posso sempre essere sul piede di guerra, anche se mi sento di avere tutti i diritti. Dico in se non è una cosa gravissima, dopo una settimana li avrei visti, e gli dirò con calma che non ho apprezzato il loro gesto che gradirei, come ho sempre fatto (soprattutto quando a loro faceva comodo) di arrangiarmi con le mie cose, e di gestire i miei rapporti personalmente. Quanta calma che ho raccolto in me, era domenica, ho espresso il mio pensiero. Mio papà, solito codardo, non ha detto nulla e ha fatto parlre mia mamma, che alza la voce e mi dice più o meno "eh insomma non capisci niente, va bene così"
E no cazzo! un po meno calmo gli ho detto che non si permettano più, ho fatto una frecciatina a metà pranzo e l'ho chiusa li. Ma sta roba mi rode un sacco. Non la tiro fuori di nuovo solo perchè il mio problema principale con i miei non è questo sono altri, e se ho l'occasione di parlargli, non voglio scostarmi da quello che realmente non va. Ho letto in sti giorni che altri hanno avuto scarmucce con i suoi, però di fondo ho sempre notato che c'è stima, io di rispetto ne ho, ma la stima la sto perdendo sempre di più, e anche la fiducia.

lunedì 15 giugno 2009

Lunedì

Ogni tanto la tristezza prende il sopravvento su di me. Non è poi una cosa bruttissima, me la guardo ha un che di nostalgico, però me la voglio far passare. Ok mi analizzo la tristezza, da cosa mi può nascere, dal fatto che sono un po stanco? può essere la stanchezza non aiuta a ragionare e dopo una dormita si vede tutto migliore. Può dipendere dal fatto che è riiniziata una settimana e devo andare a lavorare, o ancora meglio che del mio lavoro non è che ne vado matto, però per vivere un lavoro mi serve e ce l'ho, di questi tempi è quasi una benedizione, e non è neanche poi male rispetto ad altri. Forse sono triste perchè ieri ho rivisto un amico, padre di amici, che ha una malattia che non sa cos'è ma gli prende i muscoli e potrebbe essere degenerativa, è da dicembre che non lo vedevo e una delle persone più schiette e sincere che conosca, e ieri abbiamo fatto una chiaccherata che mi ha fatto molto piacere. Poi io sono ottimista una malattia l'avrà anche, ma riuscirà a bloccarla con qualche cura è uno che ha troppa volgia di vivere. Io sono sano, e potrebbe essere un gran motivo per essere felice. 'Spetta che torno al mio ragionamento, potrei essere triste forse per qualche motivo del cavolo, o per qualche mia fantasia che non ha nessun fondamento... ecco oggi Lei mi ha chiesto se la trovo bella, io le ho risposto si, e lei, più o meno scherzosamente, mi ha risposto che il mio giudizio non conta visto che non sono mai stato con delle stragnocche, in effetti son stato con ragazze molto carine e anche qualche bruttina, però una propio statuaria no, che mi abbia creato un complesso a cui devo rimediare? E' estate, sarebbe il perdiodo giusto. E che poi a me stragnocca o no mi interessa poco, mi interessa di più che una mi ispiri.
O forse tutto quello che ho detto prima non c'entra sono solo pensieri vaganti, come tanti che non scrivo, e sono solo un po giù perchè oggi è lunedì e fino ad ora di pranzo ho passato un fine settimana sereno, e adesso mi trovo chiuso in un ufficio dentro una fabbrica e mi basterebbe semplicemente trovarmi da un altra parte.

mercoledì 10 giugno 2009

La conta: chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori

Insomma in azienda da me hanno firmato un accordo di ristrutturazione per contrastare questa crisi dei mercati, un azienda grossa, un accordo firmato con i sindacati e la supervisione del governo. Non si tratta di crisi e basta, si tratta di fare prodotti che rendano di più, ah si anche di qualità, ma prima devono rendere di più. Per fare questo si devono spostare le produzioni basso di gamma che facciamo noi in est Europa, che vuol dire tanti pezzi. La cosa ironica che anni fa abbiamo goduto noi di questo trasferimento di pezzi quando avevano addirittura chiuso uno stabilimento in Germania, ma a quell'est europa abbiamo insegnato a lavorare noi... anzi hanno insegnato a lavorare loro, perchè io sono li da meno di due anni. Poi la causa non è neanche della nostra filiale dell'est è semplicemente degli investitori che non vedono una fabbrica con delle persone dentro, vedono una socità che deve dare sempre più profitto. Risultato dell'accordo (la cui alternativa poteva essere, nella peggiore delle ipotesi, tutti a casa): investimento, da parte dalla casa madre che non è italiana, di una barca di milioni di euro per la riorganizzazine aziendale, riduzione delle linee da 9 a 5 e 309 esuberi tra impiegati, tecnici e operai. Gli esuberi? qualcuno verrà accompagnato alla pensione, a qualcuno hanno già comunicato che è di troppo, e per gli altri cassa integrazione, arotazione per fortuna, per due anni e poi si vedrà. Poi c'è l'incentivo all'esodo, in parole povere se ti levi dai coglioni ti danno dei soldi, e anche parecchi... io un pensiero ce lo sto facendo, se trovo altro ovviamente. Per me non sono preoccupato, sono in ufficio qualità, quindi ho un lavoro non strettamente legato ai volumi produttivi, poi da me ci sono pochissimi esuberi e la mia parte di ufficio non è minimamente toccata, per fortuna. Però tra i colleghi, soprattutto nelle linee, vedo nervosismo e c'è da capirli. Ci sono donne che sono li da dieci, venti anni e potrebbero trovarsi a casa nel giro di due anni, uomini che non hanno particolari specializzaioni che a 50 anni suonati rischiano di non avere più un lavoro. Per lo stato puoi lavorare fino a 65 anni (per ora, ma so che sono convinti che noi italiani siamo un popolo sano e potremmo farcela anche fino 80) ma per altre aziende sei come dire... passato, ti affatichi prima, ti devono pagare di più... insomma detta con parole mie "i xe cazzi"! Poi ho moltissimi colleghi sposati ed entrambi tra gli uffici o i reparti che hanno esuberi. Spero che quando decidano chi tagliare tengano conto di queste situazioni. Non sarà facile neanche per chi resta, da quello che mi dicono, e gli credo, già adesso le linee corrono ad una velocità che, oltre al fatto che gli operatori devono sgobbare, facilitano in alcune postazioni delle malattie professionali come tendiniti, con la nuova riorganizzazione le linee saranno più veloci. Si ci saranno delle postazioni nuove, una ridistribuzione del lavoro, ma vedo tutti preoccupati... non oso pensare se poi insorge anche quache problema.
Il dubbio che rimane, dopo sta pappardella, è se la dirigenza italiana, pur dovendo sottostare alle direttive della casa madre, ha fatto il massimo per ridurre le perdite di persone e migliorare le condizioni di lavoro, oppure se ci hanno riempito di parole e messo la vaselina. Così va nel famoso e produttivo nord est.

venerdì 5 giugno 2009

Corpo di Cristo. Amen.

Queste sono giornate intense di cose da fare, il tempo a disposizione non è mai abbastanza, e così anche i pensieri o idee che ho. C'è un pensiero che mi brucia parecchio, ma ho bisogno di meditarlo ancora un po prima di buttarlo giù, e lasciarmelo alle spalle (se ci riesco).
Legato a questo pensiero che mi brucia un po c'è che il mese scorso la piccola ha fatto la comunione (ok nulla di grave), ha voluto andare a catechismo, io non l'ho ne incoraggiata tantomeno tirata indietro, fa parte della sua libertà di scelta, da parte mia però ho fatto un po il guardiano, ossia l'ho osservata cercando di capire quanto il suo avvicinarsi alla chiesa diventasse un volere suo o un modo per stare con gli amici, che se fosse così meglio che ti do 10 euro e vai a bere uno spritz.
A livello di coerenza devo dire che la piccola non ha eccelso, deve essere andata a messa 4 volte in 2 anni, compresi il matrimonio di un amico. Io mi son limitato a farle presente la poca coerenza ma come dicevo prima non l'ho ne spinta ne tirata indietro... però l'ho presa un po' per il culo per questa cosa. Non ho nulla contro il catechismo e i gruppi che nascono attorno alla chiesa, ne ho frequentati anch'io, soprattutto salesiani, e c'è del buono come anche delle idee che non condivido, e per questo che son pronto a far sapere alla piccola che esistono modi di pensare diversi, poi sceglierà lei come abbiamo fatto tutti noi. La cosa su cui mi sono un po arrabbiato, e quando la piccola mi fa "ah papà che bello la comunione così mi arrivano tanti regali"... What? E li è partito un discorso che devo averle fatto 2 palle così, povera, ma ci stava tutto. Insomma o fai sta cazzo di comunione perchè sei convinta di quello che fai, per quello che puoi essere convinta alla tua età, o se devi pensare ai regali fai a meno, non è per quello che si fa la comunione... e poi in sede di cazziatone ho calcato un po più il concetto. Rimane che io non le ho fatto il regalo, non ha senso, e credo che in parte la piccola l'abbia capito.
Finalmente arriva il giorno della comunione, i bimbi contenti perchè le catechiste l'hanno presentata come una cosa importante, una festa e loro si sono esaltati tutti. Molti genitori hanno preparato feste, vestiti, hanno invitato parenti di qualsiasi grado, neanche fosse un matrimonio. Io penso ok, che valore ha la comunione? Che uno sia credente o no capisce subito che ha un valore prettamente spirituale, quindi perchè tirar su tanto festeggiare quando forse è più utile creare attorno ai ragazzi un un po di pace per interiorizzare quello che hanno appena fatto? Sicuramente sarebbe un atteggiamento più coerente penso, poi però mi spunta l'ipotesi che un po di festa ci può stare, alla fine si tratta di un segno cosciente di appartenenza al mondo cristiano-cattolico, e quindi per chi si considera cattolico potrebbe essere un momento molto felice, anche se l'eccessivo esibizionismo di felicità lo trovo in contrasto con il rito. Tantopiù che a me non me ne frega niente del mondo cattolico, quindi perchè mettermi a organizzare chissachè? Alla fin fine penso che la festa non è per me, e magari in fondo il fatto di entrare ad appartenere a una comunità può essere motivo di felicità quindi ho mediato con me stesso e ho optato per un pranzo in un posto tranquillo, solo i parenti strettissimi (e fortunatamente non ne ho molti di più), tutti vestiti bene ma senza ostenare abiti da evento più importante dell'anno. Insomma un pranzo di famiglia con in più madrina e padrino di battesimo.
Devo dire, a distanza di più di un mese alla fine una cosa è cambiata dal punto di vista pratico, la piccola va a messa quasi tutte le domeniche, se non altro dimostra che un po di convinzione c'era (?)