venerdì 29 luglio 2011

Nuovo atteggiamento

Stavo giocando, forse con le costruzioni. Ho usato moltissimo le TENTE, le costruzioni di navi e navicelle spaziali, che mi divertivo a fare e disfare e creare cose sempre diverse. Mi ricordo che la mia aspirazione massima era costruire una atronave, che poteva anche navigare, utilizzando tutti pezzi che avevo.
Si, stavo giocando, in salotto, vivevamo ancora con i miei nonni, le scuole elementari erano chiuse, era estate. Entra mia nonna, mi racconta piuttosto animata che mia sorella, un anno più piccola di me, durante una discussione si è permessa di dirle che è ignorante. Non ricordo che punizione abbia mai avuto mia sorella per questo, sempre se ne ha avuta una, e non so il perchè mia nonna fosse venuto da me, nipote bambino delle elementari, a sfogarsi. Fattostà che io l'ho ascoltata molto serenamente e poi ho semplicemente detto la prima cosa che mi veniva in mente "eh beh nonna in effetti tu non hai studiato molto, magari un po' ignorante sei". Tutto senza cattiveria e con tutta la confidenza di nipote che vive da quando è nato con la nonna. Forse abbiamo scambiato un'altro paio di frasi, e poi mia nonna se ne va. Io mi rimetto a giocare, e mentre gioco faccio due conti su quello che ho detto "mia nonna ha fatto la 3a elementare, io son gia in 5a (o forse in quarta), si lamenta sempre che confonde la "c" con la "g", non ha la patente e tante cose di storia e giografia che facciamo ascuola dice di non averle fatte".... poi mi perdo nei miei giochi.
Sarebbe stato un pomeriggio dimenticato come altri se non fosse che mia nonna dopo un po' entra in salotto con due lacrimoni agli occhi, visibilmente stroncata nel profondo dalla mia frase più che dalla discussione di mia sorella. Lei ha capito che io le ho dato della stupida, ma in maniera seria, di quelle maniere che puoi argomentare. È partito uno sfogo che riassumeva una parte della sua vita che mi ha fatto molta tenerezza e stretto lo stomaco. Volevo solo dire un pensiero, e aver visto il dolore che ha creato, senza volerlo creare, per la prima volta mi ha spiazzato. Poi senza che fosse frutto di un ragionamento, ma solo un istinto di quell'episodio, in un attimo ho imparato, purtroppo, a filtrare quello che dico.

lunedì 9 maggio 2011

Desiderio

Se ne sta li seduta al limite dato dal cancello, nella maniera più comoda che sa e con una delle sue coperte al seguito.
È presa da un'unica attenzione la linea d'ombra che lentamente, ma inesorabile, si ritrae verso di lei. Quella linea tra luce e ombra che ogni giorno di questa primavera, come per le precedenti, attende come un premio, e lei si concentra come per farla avvicinare prima. Poi la linea d'ombra l'attraversa, e con la stessa inesorabile lentezza le passerà dietro, e lei si stende a godersi il sole che finalmente l'accarezza, come da anni, anche in questa sua vecchiaia, che potrà far mancare anche vista e udito, ma non la goduria del buon sole di una mezza mattina di primavera.

martedì 29 marzo 2011

L'ho scritto mesi fa e non ricordo neanche il perchè, ma approvo!

Sono strani i pensieri, danno spessore alla persona, alcuni però una volta scritti sembrano meno importanti.
Ho notato che con il passaggio di pensieri si creano e distruggono i rapporti, e con la mancanza di essi i rapporti svaniscono.
La mancanza di pensiero è la morte.
Il pensiero puro non è catalogabile, non esiste un pensiero di sinistra o di destra, non esiste un pensiero brutto o bello. Il pensiero in se è privo di emozione, è l’essenza.
Quando il pensiero fa scaturire l’emozione diventa vita.
Quanto può essere potente un pensiero? Sul mondo non so, o meglio un'idea ce l'ho, ma su di me ha una potenza enorme.
Pensare mi fa cambiare l’umore. Pensare mi porta, a volte, a fantasticare… e mi fa cambiare l’umore.

Ci sono un sacco di pensieri che vorrei dire, ma non lo faccio perché li considero potenti e capaci di cambiare le cose e, a volte, ho timore del cambiamento perché non so dove potrebbe portare... magari in peggio.
Comunicare il nostro pensiero ci espone, ma ci rende forti se lo facciamo con sicurezza, o perlomeno ci fa sembrare persone solide.

A volte la capacità di saper accogliere altri pensieri, seppur diversi dai propri, anche solo per valutarli ed eventualmente appoggiarli può essere vista come una debolezza dalla gente, invece di un segno di intelligenza, come se i pensieri “veri” fossero solo di se stessi. Come se gli altri non fossero in grado di fare pensieri "buoni".

Ognuno poi ha pensieri che possono essere considerati più estremi, o almeno considerati molto diversi da quello che i più considerano pensieri normali. A volte questo tipo di pensieri li dico in maniera sfacciata, ed evidentemente sono talmente fuori dalle logiche di chi mi ascolta che vengono presi come uno scherzo. O forse sono io che sbaglio tempi e modi di comunicarli, mah.

Mi capita che ad un evento reagisco con un pensiero, temo la conseguenza dello stesso, ed esito sulla reazione che mi verrebbe naturale, così che rischio di comunicare qualcosa di diverso da quello che ho pensato. Questa cosa non la sopporto perchè il non comunicare un pensiero lascia indubbiamente un buco nel mosaico che le persone percepiscono di me, ma far trasparire pensieri non pensati, o che non mi appartengono da un’immagine sbagliata.

!

giovedì 17 marzo 2011

Unica questione

Insomma oggi festa nazionale. Inevitabile partecipare a qualche iniziativa a riguardo, soprattutto quando suoni in una banda comunale e hai una figlia che va alle medie.
Sono rimasto sorpeso dalla quantità e la qualità delle manifestazioni, come anche dalla partecipazione della gente. Va bene qualcuno ha un po' confuso i centocinquantanni dell'unità con gli avvenimenti delle due guerre, ma l'intento di base è sempre quello, come anche il messaggio che si voleva dare.
Mi ha impressionato come noi siamo una nazione creata da giovani, per la maggior parte il nostro essere popolo nasce dalle idee, o meglio dagli ideali di ragazzi-uomini che avevano dai quindici a poco più di vent'anni. Le idee per il futuro, le avevano i giovani. Giustamente direi. Un po' inquietante pensare che molti di questi sono morti a quell'età, ma con orgoglio, per i loro ideali. Al futuro può guardare in maniera corretta chi ha molto futuro davanti. Gli altri, i più maturi, possono dare supporto ed esperienza (già dopo i trent'anni uno deve dare il ricambio a mio parere), magari formando gli adolescenti che un domani governeranno. Non si tratta che i giovani sono meglio, i giovani sono l'evoluzione, hanno il modo di pensare e l'energia necessaria, e soprattutto non si impongono limiti. La nascita d'Italia ne è la prova.

Oggi abbiamo solo un problema: siamo comandati da vecchi.

sabato 5 marzo 2011

Nulla di che

Così mi son ritrovato immerso nel silenzio, di notte, non ricordo neanche il perchè e cosa avevo finito di fare.
Mi sono messo ad ascoltare, volevo godermi in qualche modo quell'istante.
In quel momento il mio silenzio era fatto di un sottile fischio alle orecchie, quasi inesitente, ma non abbastanza da non farmene accorgere. Era fatto anche da una vibrazione continua e acuta, tanto amalgamata con l'ossigeno che la potevi respirare. Ho pensato alla stazione a un kilometro da qua, forse quella sottile vibrazione veniva da li, sempre presente, sempre ad avvolgere il paese, entrata a far parte del silenzio di queste parti tanto che di giorno non si sente.
Poi un leggero rumore mi distrae, forse un gatto. Faccio istintivamente due passi, nulla di che ma nella quiete si sentono nitidi.
Poi mi fermo e mi arriva alle orecchie anche qualcosa di più indefinito e movimentato, ma sempre costante. Credo siano foglie, o erba, che si muovono, appena mosse dall'aria, che a volte sibila appena passando sugli altri oggetti, o forse chissà cos'altro...
Bon, son stanco, vado a dormire, se ci riesco.