venerdì 6 agosto 2010

ecco...

È un periodo dove per un motivo o per l'altro son preso dalle mie cose, e son stato molto lontano dal blog, riuscendo a seguire poco, e magari senza commentare, i blog a cui mi sono unito.
Oggi ho finito le mie (poche) ferie e, pur avendo più tempo libero, comunque non sono riuscito a fare più che in precedenza. Mi ero messo a scrivere anche tre post, su argomenti diversi, ma non mi piacevano, a rileggerli già dalle prime righe non mi trasmettevano granchè, e se non lo fanno a me che le cose le penso e me le vivo, figurarsi a uno che deve leggere e capirmi. Onestamente anche queste righe non mi piacciono molto, ma ci tenevo ad informare gli amici con cui ci si legge. In sostanza farò riposare il blog per un po', non so per quanto. Mi farò guidare degli eventi. Sicuramente farò qualche visita ai blog che seguo, magari lascerò anche un segno del passaggio, di sicuro non più frequentemente di quanto abbia fatto ultimamente però.
Per il resto, in fondo al blog c'è la mia mail.
Ci si vede, ciao.

mercoledì 7 luglio 2010

Il tutto per tre

Certa musica l'aspetti, altra no, ma ti arriva comunque con una potenza incredibile, e spesso meraviglia. Prima ti avvolge e subito ti entra e il cuore batte allo stesso ritmo, passa per il sangue e prende il respiro, è inevitabile seguirla. Certe canzoni, magari sentite mille volte, le riesci ad ascoltare come fossero nuove. Le riesci a vedere. Tutto quello che nasce dalla pancia questa volta è libero di esprimersi. Siamo in molti, diversi, ma tutti li con la stessa intenzione. C'è energia, c'è sintonia. Il potere vero in quel momento lo hanno in pochi, in alto, basta una parola e parte a catena un obbedienza spontanea di migliaia, un obbedienza libera che nessuna religione ha mai conosciuto, e qualsiasi tiranno desidererebbe. Eppure sembrano potenti tutti anche noi li sotto. Il caldo non da fastidio quasi più, la pioggia neanche, anche se un po' la si teme.
E ci si gode ogni singolo momento, anche il più distratto, sapendo che certe cose non tornano, almeno fino alla prossima volta.

venerdì 25 giugno 2010

Due cose, tanto per confermare!

Ormai si sa, io i ministri del cattolicesimo non li ho di buon occhio, e loro di contro me ne danno sempre una ragione. Per carità non ce l'ho col buon Dio e tantomeno con Gesù, che la vedeva lunga e qualsiasi storico ateo può dire che era un gran bel personaggio. Il problema sono chi oggi nel loro nome pretende, senza umiltà alcuna, di dire al mondo cosa fare, con toni che vanno al di la dell'esprimere liberamente un proprio pensiero, ma sanno di ammonizione e comando. Poveri ministri della chiesa, loro ci provano. Come fanno i nostri politici quando dicono lo stato è il popolo, i sacerdoti dicono la chiesa sono i cristiani, poi quando si tratta di potere e di soldi la gente viene considerata 'na merda. Se Gesù oggi tornasse sarebbe non riconosciuto e anzi considerato sacrilego. Oltre a tutti i discorsi di poca coerenza, di preti pedofili, di pubblicità che incitano a donare l'otto per mille alla chiesa che però di suo è piena di soldi, immobili e terreni, su cui lo stato bigotto non fa pagare l'ICI, e se ne guarda bene dal vendere tutto e donarlo ai poveri (e mi fermo qua altrimenti un post non mi basta) gli ultimi fatti che sono accaduti e che hanno rispolverato nella mia testa questi pensieri sono due.

A Pordenone l'amministrazione ha patrocinato una serie di manifesti contro la discriminazione degli omosessuali. I manifesti, secondo me molto sobri, ritraevano due uomini o due donne mentre si davano un bacio affettuoso in ambiente famigliare, in un momento qualsiasi della vita di famiglia in casa, come può essere una tavola apparecchiata. Lo slogan non lo ricordo ma la sensazione era comunque di vita serena in un contesto quotidiano. E il vescovo di Concordia-Pordenone poteva lasciarsi perdere l'occasione di sparare la sua minchiata? ovvio che no! e giù critiche sull'amministrazione provocando ovvie spaccature in maggioranza e opposizione, creando due schieramenti i bacia banchi perbenisti, e chi, pur dichiarandosi cattolico, aveva una visione più reale e umana del mondo che difendeva la campagna di sensibilizzazione. Secondo la chiesa in sostanza che in tv facciano vedere morti, gente che si dilania, violenze, e studio aperto nelle fasce protette va bene, ma che i manifesti che ho descritto sopra possano essere esposti di fronte alle scuole per sensibilizzare o giovani no.
Il tutto in pieno scandalo pedofilia all'interno della chiesa. Indescrivibile la goduria che ho sentito dalle risposte a tono del mondo politico tutto, che per una volta mi ha fatto sentire rappresentato.
La seconda cosa che mi ha irritato è l'articolo pubblicato dalla stampa della chiesa su Saramago. Come dicevo sopra ognuno è libero di esprimere il proprio pensiero, e Saramago si è sempre dichiarato lontano dalla chiesa, ma che un giornalista mona faccia un articolo utilizzando certi toni su uno scrittore, peraltro premio nobel, a pochi giorni dalla morte dell'interessato mi da molto fastidio. Così almeno erano sicuri che nessuno avrebbe replicato? Fortunatamente non è stato così, qualcuno che ha detto la sua c'è stato, facendo notare la poca delicatezza.
Insomma meglio essere le pecorelle smarrite se chi deve fare la parte del pastore invece è il lupo.

venerdì 14 maggio 2010

Da un archivio

Mi era stata data tempo fa non ricordo neanche da chi. Mi era talmente piaciuta e sentita mia che l'avevo messa in una cartella, e per caso, cercando altro, mi è ritornata fuori oggi.
Nulla di nuovo, ma certe cose si fa bene a rinfrescarle, così eccola qua!

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.



Megacorrezione postuma al post (:P)
Mi correggo, il pezzo viene erroneamente attribuito a Pablo Neruda, in realtà è di Martha Medeiros, giornalista e scrittrice brasiliana nata nel 1961. Per fortuna che c'è qualcuno che mi ama e me lo ha fatto presente.

martedì 27 aprile 2010

Un mese di pensieri vari in logica (fûc a sparacazzo ma con judizi)

Il tempo mi passa addosso, tanto che questa settimana che dovrebbe sapere di stare a casa in un fine settimana lungo, ma non si sa ancora quanto, mi sembra come le altre, e tende a passare quasi veloce tra tutto il mio da fare. Una parte di me è decisamente serena e tranquilla, che si gode le cose (macchina nuova compresa :-)) e alcune piccole soddisfazioni. L'altra è tesa e, per motivi che non sempre riesco ben a identificare, un po' preoccupata. In questo senso non giocano a mio favore alcune cose che succedono e che tengo per me senza protestare con le fonti dei miei dissensi. Poi tutto passa, e fin'ora il sopportare alcune "sciocchezze" mi ha fatto vivere decisamente meglio con tutti, anche se penso che a volte sarebbe molto di sfogo riversare certi pensieri su chi li ha generati.
Le mie giornate di vita si interrompono quando timbro il cartellino per entrare a lavorare e poi riprendono quando esco. Che poi si interrompono solo per quello che io considero la mia vita, la parte più importante, perchè in questo periodo sembra che il lavoro non finisca mai per me e i miei colleghi (capo a parte che dire che non fa un cazzo di nulla è un favore), il che va molto in contrasto con i ritmi della produzione che non sono ancora incoraggianti. Nonostante ciò anche al lavoro con alcuni colleghi, anche di uffici diversi, stiamo creando delle belle situazioni, che aiutano decisamente a stare bene.
Tra le "cose" importanti per me difatti ci sono le persone che, in un modo o nell'altro, mi sono vicine, che intenzionalmente o no, tirano semrpe fuori qualcosa di buono per farmi sentire bene, anche se di solito, almeno in questo periodo, piuttosto bene sto già di mio.
Perfino un racconto doloroso di una mia amica, che qualche settimana fa mi ha voluto raccontare dell'aborto che ha avuto anni fa, mi ha fatto sentire bene perchè ho sentito tutta la fiducia e l'affetto che uno si merita per ascoltare una storia così. Certi racconti sono una gran ricchezza, possono far capire molte cose, fanno vedere molte emozioni, a volte discordanti, mostrano momenti di solitudine, spesso troppa, e mostrano che noi uomini a volte siamo propio deficenti e a volte, senza nessuna cattiveria, non ci arriviamo propio.
Ho pensato molto alle discussioni che si possono avere tra persone, che riguardano le persone, e mi convinco sempre di più che bisogna dire le cose stando più calmi possibile e senza pretendere una reazione immediata. In fin dei conti quando si parla di se si entra in un argomento delicato, e mentre se si viene criticati quando si fa qualcosa di sbagliato è facile non prendersela perchè quello che viene criticata è un'azione esterna a noi, essere o avere un pezzettino di noi stessi con delle lacune da sempre fastidio anche se sappiamo che è così, anche se stiamo già lavorando con noi stessi per migliorarci. Ci vuole un po' di tempo, a volte anche molto poco, per interiorizare una critica e farla diventare un consiglio.
Infine c'è un discorso di unicità di ognuno di noi. A me piace sentirmi unico per certe caratteristiche, e soprattutto essere unico per alcune persone, sotto le più svariate forme. Sono conscio che le cose per cui ognuno di noi è veramente unico non sono poi molte, e vengono più da quello che si è e che si crea come rapporti che da quello che viene dato. Però anche sapere che un dono o un pensiero apparrtiene a me e basta è sufficente a dare quell'alone di benessere, che ti fa sentire importante. A volte capita che qualcuna di queste cose per cui credevi di essere unico, scopri non era destinata solo a te e basta. All'inizio ci si rimane un po male, ma in effetti a pensarci bene certi pensieri, sono più costruiti da noi, magari a fronte di un nostro desiderio, che effettivamente dichiarati.

Ps: la frase tra parentesi nel titolo l'ho presa da un doppiaggio in friulano, divertentissimo, di una puntata di star trek, secondo me è geniale e tradotta sarebbe: "sparare a caso ma con giudizio"

mercoledì 31 marzo 2010

Non è previsto non essere pronti.

Morire. E' un po' che ne voglio riscrivere, ma ho sempre rimandato. Ieri però il mio Amico mi ha mandato un messaggio, suo papà stà morendo, questione di ore. Mentre gli rispondevo (di solito entra sempre un po' di imbarazzo su queste notizie, ma non in questo caso, non con lui) ho pensato: che fortuna che ha avuto, dieci anni fa doveva morire entro un mese, e in pratica ha avuto in regalo una vita, come scriveva Tiziano Terzani "un'altro giro di giostra". Ma una cosa così il buon senso comune vuole che non si dica.
Il fatto è che non siamo abituati a parlare della morte, per questo quando siamo costretti non sappiamo cosa dire, e anche i pensieri più sinceri rischiano di diventare di circostanza, e i pensieri che non sembrano di circostanza vengono presi come fuori luogo.
Qualche giorno fa in un paio di occasioni ho lanciato l'argomento: "quando morirò..." cazzo, non ho fatto a tempo a dire l'accento della o che in entrambi i casi mi è arrivato un vento di parole "ma cosa dici", "ma nooo non si dice". Il penisero della morte può essere doloroso per chi muore, forse, e certamente per chi resta (molto probabile), ma è normale che sia così perchè nessuno (neanche i preti che fanno tanto i sapientoni ai funerali) ci insegna a prepararci all'eventualità morte, e neanche a chiamarla morte. Però quando muore qualcuno in qualche maniera lo devi dire, e li senti i giri di parole più usati "eh se n'è andato", "è passato a miglior vita", "è andato in cielo", e se osi dire "è morto" rischi che ti guardino anche male. Anche alcune cause di morte diventano indicibili, il cancro diventa "il male incurabile", o nel peggiore dei casi "quel male la".
C'è molta comprensibile paura, manca un pensare sano della morte che farebbe vivere meglio. Morire è parte integrante del vivere, ed è vicino a noi costantemente, propio in quanto persone vive. Se non parli della morte, non puoi dire un sacco di cose che riguardano la vita. Per me è importante dire a chi voglio bene "guarda quando muoio, non state tanto a soffrirci su, siccome vi voglio bene, quello che vorrei di più è che siate felici, quindi per sapermi contento cercate di essere felici" che arrivi questa mia idea per me è un grosso sollievo e ste cose se non le dico adesso che sono vivo e in salute, da morto credo avrò qualche difficoltà.

lunedì 29 marzo 2010

saltare, hop!

Ieri era una bella giornata, decido di andare a correre. Vado di sopra mi cambio e scendo forse più silenziosamente del solito perchè ero scalzo. Entro in cucina e c'è Lei che stava guardando, credo su un social network, la foto di una donna nuda, le dico "vado a correre". Come ha sentito la mia voce ha fatto un piccolo salto sulla sedia e velocemente, ma con stile, si è premurata di chiudere la finestra internet lasciando apparire quella excel su cui stava lavorando. Situazioni simili mi son capitate un altro paio di volte e sempre mi fanno molto sorridere, (tanto che oggi che scrivo questo post ho ancora il sorriso da imbecille in faccia) intanto perchè non vedo il grosso problema visto che abbiamo un rapporto piuttosto libero, (e poi dico, fosse stata anche una foto sua che non avessi già visto l'unica cosa che avrei potuto dirle è di mandarmela via mail), ma soprattutto il fatto che la gente sobbalzi al mio arrivo mi da quasi un senso di importanza.
Capita anche coi bambini quando stanno facendo qualcosa che pensano non si debba fare (molto spesso a ragione) e tu tranquillamente stai facendo le tue cose e li "becchi" presi nelle loro attività, quando si accorgono fanno quel saltello tipico di chi viene beccato, che se fossi stato un loro amico non avrebbero fatto.
Il top poi arriva tra colleghi. La scena tipica è: son fuori ufficio, perhcè mi chiamano in linea per dei problemi, quando rientro, e magari non mi sentono, capita che li trovo collegati ad internet, anche solo sulla pagina delle notizie di google, quando si accorgono di me c'è sempre quel saltello tipico di chi si sente beccato. Poi son belle le reazioni, a volte da candid camera, c'è chi si premura in maniera quasi ridicola a chiudere tutto iniziando a parlare di qualsiasi cosa riguardi il lavoro, chi cerca di chiudere la pagina con disinvoltura, e chi non si interessa e continua a guardare, o almeno finge di non interessarsi (perchè comuqnue quel saltino lo ha fatto).
Tutto ciò mi diverte perchè non mi ritengo un rompiballe, ne un criticone o pericoloso, anzi sono convinto di essere uno tranquillo, a volte anche troppo forse, inoltre io di sicuro non sono uno perfettino, e chi mi conosce anche solo poco lo sa, e vedere che le persone hanno una sorta di riguardo nei miei confronti, anche solo iniziale, mi da quel "senso di superiorità" che propio non mi appartiene, ma che non mi dispiace poi tanto provarlo ogni tanto.
Quello che dovrei imparare è giocarci un po su, invece che essere discreto e passare avanti.
Mi vien da sorridere al sol pensiero di entrare in una stanza vedere qualcuno preso in attività dubbie che non si accorge di me , e urlargli "AHAAAAAA", credo che la cosa mi farebbe godere troppo al punto da riderlgi in faccia per un ora.

lunedì 22 marzo 2010

self service

Mi sto autoinfastidendo, per qualche motivo mi sfuggono delle cose, delle occasioni, dei commenti, delle cose da dire, dei pensieri, delle persone, del tempo. Questa sensazione di autofastidio va e viene a volte dura pochi minuti, a volte giornate intere.
Anche adesso ce l'ho perchè volevo scrivere di diverse cose, di come noi italiani siamo il paese del "si dai che combiniamo" alla faccia del buon senso e delle regole; di come i nostri politici perdono tempo a darsi dei fascisti o dei comunisti, mentre gli americani, che hanno cose che mi piacciono molto ma alcuni modi di pensare che non condivido, hanno fatto una delle più importanti riforme della loro storia; che il bello è di colore viola; che i rapporti tra persone a volte vivono delle incomprensioni; che ho riletto un vecchio post dove al tempo mi seguivano in 4 e c'erano i commenti di Bastian ed Enne e ho provato un senso di calore quasi familiare; che i giapponesi non hanno nulla di meglio da fare che lasciarmi commenti spam su vari post; che essere primi in qualcosa è una figata...
e invece no, mi sono scappati tutti i pensieri collegati, i ragionamenti.

A contrastare il mio autofastidio, per fortuna, c'è che ho avuto un pomeriggio viola, che al primo voglio molto bene (e gliene vorrei anche non fosse stato primo), che ci sono amici, che anche se non ci sentiamo spesso, per una confidenza o un'occasione importante pensano a me.

Devo autoDEinfastidiarmi, perchè non vorrei che quello che io creda sia la conseguenza, in realtà sia la causa.

venerdì 5 marzo 2010

Badabim e badabom 1/2 pensiero

Oggi parlavo di sberle, e stavo pensando che oggi se ne danno troppo poche. Sono sempre stato contro chi mena i bambini, però sono un sostenitore dello sculaccione a scopo educativo. Sculacciare sempre è inutile, come è assolutamente inutile utilizzare lo sculaccione come sfogo su un bimbo che ti ha fatto arrabbiare. Per arrivare a menar la mano ad alta velocità sul culo di un bambino ci sono dei fattori minimi secondo me: serve un ottimo motivo di importanza quasi vitale o più, una situazione limite, la necessità di far capire in fretta quello che si vuole dire (o meglio non c'è il tempo per ulteriori spiegazioni o le varie spiegazioni non sono servite), a volte anche l'impulsività fa la sua parte.
Da piccolo ricordo di averle prese pochissime volte, a memoria mia due volte da mio nonno, che grazie anche a quei due sculaccioni credo sia stata la persona a dimostrarmi il più grande affetto quand'ero bambino, e una da mia mamma.
Una volta avevo detto ai nonne che sarei andato a fare un giro, prendo la bicicletta, parto, incontro un amico. Morale ero stato da questo amico tutta la mattina, avevo non più di dieci anni, quando sono arrivato a casa a mezzogiorno esce mia nonna tutta scaturita dicendomi che mio nonno era preoccupato, e dove sono stato e che era un ora che mi cercavano. Dopo un attimo è arrivato mio nonno, che era uscito in auto, una simca 1000 grigia con i sedili in finta pelle bordeau che d'estate mi scottavo sempre il culo quando rimaneva al sole, smonta, non ha detto quasi nulla, mi ha preso con energia per un braccio e mi ha dato uno sculaccione che ho fin saltato sul posto. Non è più successo che facessi cose diverse da quello che avevo lasciato detto a casa, se non avvisando prima. La seconda volta parlando sempre con mio nonno mi è scappato di dire "dio poi", secondo me una cosa innoqua e ne sono convinto ancora. Come solo Flash Gordon sa fare, il nonno mi ha fatto arrivare uno schiaffo sulla bocca, neanche forte solo che le labbra sono rimaste tra le falangi e i denti, un male cane, e poi con calma mi dice, non si dicono quelle parole. Ecco in queste scene, pur avendole prese, noto affetto, attenzione, sani principi e chiarezza di idee.
Una volta, e solo una, invece è capitato che correvo in bicicletta, una sera d'estate assime ad un amico, non stavamo facendo gare e non stavamo correndo forte, si girava sulla strada di fornte casa (strada secondaria di una strada secondaria) esce mia mamma "Erwin non correre" e io rispondo "no non sto correndo stiamo solo girando". Non contenta mi dice "prendi l'altra bici che va più piano" e io le rispondo "ma non stiamo correndo stiamo girando" e poi ci avrà visto no? a un certo punto, tutta scaturaita (tutta mia nonna, dev'essere una questione genetica) esce e mi dice corri dentro a mettere giù òa bici, io brontolo un po poi mi dirigo verso il cancello, lei si avvicina tira via la scarpa e me la da sulla schiena. Io posso capire che uno ha le giornate di merda, ma sta cosa mi fa ancora rabbia se ci penso, cosa vuoi che pensi un bimbo, di una cosa così che è solo uno sfogo: "STRONZA!"

mercoledì 24 febbraio 2010

Coccodè

Quanti possono dire di avere un amico pollo? Se c'era qualcuno che non ne aveva io oggi do questa possibilità.
Dovevo prendere il treno, direzione Pordenone, arrivo in stazione con qualche minuto di anticipo, cosa rarissima, la mia scena principe di solito è il treno che arriva con io che scendo di corsa le scale del sottopasso.
Mi fermo in biglietteria, compro un po' di biglietti, esco verso i binari, e vedo un treno fermo... Cosaaa? Via di corsa a scendere le scale del sottopasso (ancora una volta, ma allora è destino) mi precipito verso la porta del treno, schiaccio il bottone, chiuso. Il controllore gentilissimo mi vede e mi fa salire su una porta tenuta aperta apposta per me, salgo rilassato. Il treno parte, parte e dove sta andando? Ma va verso Udine noooo, io devo andar dall'altra parte, fermate il treno cazzo! Niente da fare mi accorgo che ho preso il treno due minuti prima del mio. Ed eccomi qua a Codroipo a scrivere questo post. Io ho provato a gufare su un ritardo del treno che volevo prendere, sperando in un cambio veloce ma niente, puntuale come non mai. Risultato, ho perso una lezione, due biglietti, e ho un nervoso addosso enorme. Per consolarmi mi vado a fare una pasta aglio, olio e peperoncino appena me ne torno a casa.

venerdì 19 febbraio 2010

Con le cuffie nelle orecchie

Oggi l'ho rivista ballare, una delle cose che le viene più naturale, e per questo ha un pizzico della mia invidia. È bello guardarla, sorrideva, il sorriso bello di quando fai qualcosa che ti piace. Ogni tanto mi lanciava uno sguardo, che quando balla è sempre ammagliante. Bella cosa ballare, io non sono capace, sa essere di una sensualità incredibile.
La cosa più bella rimane sempre quel sorriso, erano un po di giorni che non le vedevo un sorriso così in viso, mi mancava.

venerdì 12 febbraio 2010

Corri, corri

Suonare con un gruppo che fa praticamente pop non era propio l'idea che avevo in testa, ma come si dice nella strada dove non vuoi camminare ti tocca correre. Se poi penso che fino a pochi mesi fa ho ripetuto più volte che suonare in una tribute band deve essere una cosa pallosissima, soprattutto a lungo andare, e che non lo farò MAI mi viene quasi da sorridere. Difatti eccomi qua a metter su canzoni di Shakira, che per carità non mi dispiace, ma l'ultima cosa che avrei immaginato è che l'avrei suonata. La cosa interessante è che mi sta pure piacendo, inoltre contrariamente a quello che pensavo sembra che piaccia alla gente tanto da muovere abbastanza persone alle serate. E io avevo detto MAI.
Avevo detto anche che non mi sarei preso MAI una station wagon, e ne ho già avute due, compresa quella che ho distrutto lo scorso autunno.
Mi capita anche con le ragazze a volte: "con lei? Non è il mio tipo non succederà MAI" Per fortuna non sono categorico nel voler a tutti i costi essere coerente con le prime impressioni, altrimenti avrei perso alcune belle esperienze, compresa Lei.
Mi è capitato anche con il lavoro, quando facevo l'ITIS in quinta ci hanno portato a vedere la più grande azienda di lavatrici del mondo, è qui a Pordenone, mi è bastato entrare per fare questo pensiero "che grigio, che merda, tutti seri, sembra sporco, casino, carrelli elevatori che fanno traffico come in centro, qua non verrò MAI". Ecco sono due anni che lavoro li.
La coerenza non è il mio forte, temo.
Bisogna che la smetto con sto vizio del MAI!

lunedì 11 gennaio 2010

Quesiti

Cos'è sentire la fiducia? In questo momento è essere il miglior posto in tutta la casa dove dormire.
Cos'è l'amore? "Stai anora dieci minuti a coccolarmi?" E sedermi sul divano finchè non mi dice adesso vai se no fai tardi.
Cos'è sentirsi amato? Una gara a chi si siede sulle tue gambe per primo
Cos'è papà? È quando la prima volta che ti ho visto appena nata mi hai giardato negli occhi e mi hai fatto un incantesimo eterno.
Cos'è un emozione? forse quando pensi a qualcosa e ti spunta una lacrima
Cos'è il mio mondo? È pensare tutto i giorni alle persone a cui tengo, la MIA famiglia, i miei amici (reali e virtuali), e sentire come un contatto, che non so se di la lo percepiscono, ma è bello sempre.

venerdì 1 gennaio 2010

Che si sta invecchiando!

Insomma quando non ci si fa delle aspettative le cose vanno meglio di quello che avremmo potuto immaginarci se ce ne fossimo fatte.
Avevo detto che capodanno era un po speciale per me, e lo confermo è speciale. Sia per quello che ho fatto che per quello che ho provato. Sarà questo buon sapore di volersi bene, raforzato da un piccolo (grande) pensiero lasciato sul web e letto per caso la mattina appena sveglio, Lei voleva farmelo leggere qualche minuto dopo con la colazione, ma con la casualità l'effetto sorpresa è stato moltiplicato, cose belle. Sarà poi che alcuni amici hanno cominciato a mandare auguri, e tra i tanti auguri c'è ancora chi manda un messaggio personale, cioè intendo non cumulativo... che poi non sono contro i messaggi cumulativi di auguri, anche se non ne faccio uso, credo che siano comodi e un modo veloce per fare gi auguri alle persone a cui si tiene. Ma il messaggio personale, anche solo per il fatto che c'è scritto il tuo nome, ha qualcosa di più, è indice del rapporto che hai con quella persona. Forse cento anni fa era più semplice, il mondo di ognuno era il paese, il lavoro, e al massimo tre o quattro amici o parenti che vivono fuori. Uno il trentun dicembre usciva dal lavoro faceva gli auguri ai colleghi, il primo gennaio andava a messa e faceva gli auguri a tutto il paese e per chi sta lontano si compravano le cartoline e si mandavano gli auguri via posta. C'era una autogestione di massa degli auguri ma erano sempre personali a tu per tu, e sta cosa mi piace molto. Oggi abbiamo la tecnologia, possiamo raggiungere l'altra parte del mondo, io stamattina sono arrivato in Malesia per esempio, però il rapporto a tu per tu tende un po a confondersi con gli altri rapporti, tutti speciali (difatti mandiamo gli auguri) però il tu per tu va pardersi.
Vabbè a proposito di rapporti auguro di fare un po di sano sesso a tutti (anche più di un po), che è una cosa splendida, e che contrariamente a quanto mi piace ne parlo pochissimo, io ci ho già pensato oggi, ma la giornata non è ancora finita :P (che Dio sia benedetto e anche la mia Lei che da queste parti certe cose non mancano mai).
Probabilmente questo è un augurio cumulativo (giusto per essere coerente) un buon 2010, che si avverino i nostri desideri (almeno buona parte dai) e che si faccia del buon sesso!