lunedì 19 marzo 2012

Che gira

Il mondo è una ruota dicevano i vecchi una volta.
Quando da bambino si andava da qualche parte, e si stava via tutto il giorno, e ci si stancava un sacco perchè magari ti eri pure divertito, poi salivi in macchina per tornare a casa.
La sensazione di quel salire in macchina era piacevole, la macchina la sentivo un posto sicuro, non era un pensiero arrivare a casa, anzi un po' sapeva già di casa. E poi c'era la fiducia su mio papà che guidava che quand'ero bimbo per me era un mito.
Una settimana fa sono stato in zona Milano con mia figlia. Siamo stati a trovare mia sorella e la "nuova" nipotina. Verso le tre e mezza del pomeriggio partiamo perchè è meglio non arrivare troppo tardi. Siamo andati in bagno prima di partire? Ok, poi se abbiamo bisogno casomai ci fermiamo. Monto in autostrada e mia figlia è già che dorme di gusto. Tutta una tirata fino quasi casa, tre ore di nanna. Non so se aveva le stesse sensazioni che avevo io quand'ero piccolo, o se era solo stanca a prescindere. Ad ogni modo mi piace il pensiero che oggi tocca a me portarla a casa.

martedì 28 febbraio 2012

...potrebbe essere vero.

"se hai voglia tu lo faccio volentieri, altrimenti no"
"ti dico la stessa cosa anch'io, ma non è più finita"
Fattostà che lei si è addormentata poco dopo e io sono rimasto sveglio.
Ovviamente non è tanto il pensare che mi ha tenuto sveglio, ma quel pizzico di voglia che ti tiene una vigile compagnia.
Probabilmente bastava dirlo o farlo capire che avrei fatto del sesso volentieri, ma c'è questa impressione di queste ultime volte che me la da solo per farmi contento, e non mi stimola molto. Oddio per come la vedo io non si dovrebbe mai dire di no a un po' di sesso, anche se non è sempre scaturito da istinti selvaggi. Anzi il concedersi senza particolare voglia, che poi non è detto arrivi man mano, lo sento anche come un segno di affetto.
Però almeno questa volta, perchè non credo succederà di nuovo, mi sono tenuto la voglia, magari serve a muovere qualcosa per le prossime.
Forse sono stato influito anche da una serie di cose a partire che aveva su i calzini, cosa capitata altre volte, ma questa volta ha avuto un effetto negativo. Poi ci si bacia meno, e a volte forse per abitudine. Lo dicevano i Subsonica: "abitudine tra noi è un concetto da evitare".
Giorni fa è capitato di darle un bacio sulle labbra in un paio di occasioni, e lei non si è tirata indietro però è rimasta ferma senza neanche protendere le labbra. Chissà perchè poi, visto che io ho deciso di non baciarla finchè questo chissàcosa non le sarà passato e lei ha cominciato a baciarmi normalmente.
Ormai l'ho capito, quando i rapporti partono c'è un fresco entusiasmo, che si perde con l'avanzare del tempo, e il saper rinnovare gli stimoli non è sempre facile, anche quando basterebbe un pizzico di fantasia o un po' di "infighettamento". Oltrettutto col passare del tempo, a volte neanche molto, possono cambiare anche le cose che piacciono fare a letto per uno come per entrambi, e bisognerebbe tenersi ben informati a riguardo.
Una cosa che mi piace è quando una donna si prepara per me, e intendo in generale non solo i vestitini provocanti nei momenti intimi. A fronte di questa cosa noto anche quanto una non si prepara per me, o si prepara meglio per altre occasioni rispetto ad un uscita con me.
A dirla tutta c'è anche da dire che io sono uno che non si prepara particolarmente quando esce, mi vesto come mi piace e una volta vestito faccio tutto quello che mi capita nella giornata compreso uscire con chicchessia.

Si qualcosa di non giusto c'è, ma tutto quello che ho scritto potrebbe essere un eccesso di pensieri lasciati girare in maniera eccessiva però...

giovedì 23 febbraio 2012

Un'occasione

Era un viaggio domenicale. Eravamo io, mia sorella, mio papà e un gruppo di persone tra cui un'amica di mio papà. Non ricordo dove eravamo di preciso, abbiamo visto un castello mi sembra. Era una giornata con un bel sole in cielo. Una bella giornata di primavera. All'uscita dal castello c'era una baracchetta con dei signori che vendevano giocattoli. Io e mia sorella eravamo visibilmente attratti da quella baracchetta, così che l'amica di mio papà si propone di comprarcene uno a testa, visto che avevamo una decina di minuti prima che la corriera partisse.
Incomincia mia sorella osserva bene tutto, addocchia due o tre giochi poi sceglie quello che le va di più. Era il mio turno. Era già qualche minuto che avevo puntato un piccolo set da sceriffo: una stella, una pistola, delle manette. In pratica il gioco che desideravo di più in quegli anni. Guardo il prezzo, solo 5000 lire, accessibilissimo. Prendo in mano il gioco, e intanto osservo se c'è altro che possa piacermi. In fondo avevo deciso benissimo che è quello che volevo, ma volevo darmi un tono come mi sembrava avesse fatto mia sorella. Mi bloccava solo quello che avrebbe detto mia mamma quando sarei tornato a casa.Sicuramente mi sarei sentito dire che non dovevo scegliere qualcosa che contenesse un'arma giocattolo, cosa strana perchè a me piaceva travestirmi da sceriffo a carnevale e una pistola l'avevo già avuta. Ma quel periodo era così: bandite le armi finte a casa mia. Io intanto mi guardavo in giro, c'erano un sacco di belle cose, una spada, delle macchinine, avevo preso in mano altre due cose. Mio papà e la sua amica cominciavano a dirmi "dai scegli che bisogna andare", e io sapevo benissimo cosa volevo ma avevo paura di cosa mi avrebbe detto mia mamma. E continuavo a pensare, e pensavo, e pensavo.
Alla fine sono riuscito ad essere talmente indeciso che non ho preso nulla.
"Va beh, sarà per la prossima volta" mi hanno detto. Così mi sono perso l'occasione di avere un qualsiasi regalo. Non solo, mi sono perso, nella peggiore delle ipotesi, di fare anche solo il viaggio di ritorno col gioco che desideravo di più.