mercoledì 8 aprile 2009

Non lo provo

Non sono triste, non provo rabbia. Il terremoto in abruzzo tutte queste sensazioni non me le ha date. Ne succedono di migliaia ogni giorno, non posso rattristarmi per ogni cosa. Non voglio provare il dolore del mondo o per il mondo. Forse la vita mi ha creato una specie di insensibilità alle cose brutte, chissà. Sta cosa me la sono chiesta perchè non solo in questa occasione ma spesso mi ritrovo a parlare o a scrivere con persone con la giornata rovinata per un avvenimento successo a terzi. A me dispiace, son sincero, e se potessi andrei ad aiutare fisicamente chi ha bisogno, che lo trovo ancora il modo migliore per poter far qualcosa, ma non posso essere triste per una cosa che non mi ha coinvolto. Da triste farei più fatica a dare una mano, rischierei di fare male anche le cose che per me continuano normalmente. Trovo giusto continuare a fare la propia vita normalmente.
Quello che provo è comprensione, comprensione per la rabbia che provano le persone che credono che forse qualcosa si poteva fare per evitare il peggio. Comprensione per chi è veramente triste per aver perso tutto e tutti e non sa a chi appoggiarsi. Comprensione per chi vuole ricostruirsi le propie cose, per chi vuole ricostruire il prima possibile e nel miglior modo possibile la normalità persa, perchè è questa l'unica cosa da fare adesso

5 commenti:

  1. Non so cosa risponderti; io forse mi immedesimo anche ed avverto quello che potrei provare io di fronte ad una evento così catastrofico. E poi Anna, blogger aquilana che ha perso tutto e che con coraggio cerca di lottare ed informare di quello che vede.... insomma io non ho questa tua caratteristica e non so se invidiartela o meno. A volte, bonariamente , credo che vorrei averla anch'io. Ma, perdonami, solo a volte.

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  2. Errata corrige: A volte, bonariamente, te la invidio e credo che.... ecc.

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  3. x Daniele
    Come dici tu è una caratteristica e come tale ha dei pro e dei contro. Ogni tanto mi sento a disagio per questa cosa perchè moltissimi si coinvolgono in qeste situazioni e il sentirmi emotivamente più distante mi da la sensazione di essere poco sensibile, oltre che fuori dal gruppo. Come ho detto sul post questo non vuol dire che mi dispiace e che faccio quello che posso da qua per dare il mio contributo. Ciao.

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  4. Capisco quello che vuoi dire, Ormoled. Non è bieca indifferenza ma giusto distacco.
    Il che non vuol dire essere cattivi o cinici. E' che non ci si può immedesimare in tutte le disgrazie del mondo fino a stare tanto male da non essere più in grado di continuare a vivere. Se così fosse ci saremmo già suicidati tutti.
    Ciao.

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  5. x la bislacca
    si, con altre parole è quello che intendevo e che volevo dire. E' anche vero che, come dice il buon Danile, ha dei pro e dei contro come tutte le cose (ci ho pensato un po su ieri :)). ciaoo

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