Con l'arrivo dell'estate mi tornano in mente alcune figure che vedevo da bambino e che man mano che passa il tempo vedo sempre meno: sono i venditori ambulanti. E' un po che ne volevo scrivere e un reading che sono andato a vedere sabato sera mi ha dato lo stimolo giusto.
Parentesi: il reading era fatto da Mauro Gasparini e Guido Catalano, veramente due grandi, girano abbastanza, consiglio di andare a sentirli se capita.
A Cordovado, un paesino di tremila anime scarse, dove sono vissuto fino alle superiori più o meno, capivo che era arrivata l'estate perchè incominciavano a girare questi signori con la loro merce, girando per le strade del paese, urlando ognuno il propio messaggio pubblicitario. Ognuno passava a un giorno ben preciso e più o meno alla stessa ora. Secondo me tutte persone che si portano dietro un po della cultura del nostro tempo, e a pensarci adesso li vedrei molto un qualcosa di antico se non fosse che sono persone che ho vissuto. Facile credere che il mio preferito era il gelataio, lui poassava tutti i giorni, era a casa mia verso le sei e venti con un ape 125 color senape senza porte e con dietro il banco dei gelati bianco con attaccati degli adesivi. Si capiva che arrivava perchè dal fondo della via, invece di urlare qualcosa suonava un corno, e poi dava due colpetti di claxon. E via, con 50 lire a pallina tutta la bocieria della via a prendere il gelato (boceria si capisce vero? sono tutti i bambini, bocia vuol dire bambino, ragazzino). Del tipo del gelato non ho mai saputo il nome, ma era quasi un amico, so che l'ho sempre visto da quando mi ricordo, la cosa strana è che passavano gli anni io crescevo e il tipo dei gerlati sempre uguale, dev'essere nato cinquantenne sapendo già fare il gelato. Poi c'era uno mitico il pescivendolo, lui arrivava sempre con un ape 125 azzurro, sopra aveva un megafono e quando entrava nella via urlava con voce bassa "vigni fora siore l'è rivà il pesaro" e poi nominava tutta la mercanzia che aveva, quello mi ricordo ancora passava il martedì, e io urlavo a mia nonna "nonna è arrivato quello del pesce". Singolare come per il mondo in base a quello che stai facendo, a volte anche per caso, diventi "quello del": quello del pesce, quello della qualità, quello della macchina, non importa il nostro nome, razza o religione o convinzioni politiche, prima o poi nella vita diventiamo tutti "quello del".
Un altro personaggio era quello delle angurie, anche lui sempre con un ape 125, verde stavolta. Diceva con voce un po gracchiante "Angurie e meloni, pesche noci, pesche. Angurie e meloni dolci come il miele, meloni angurie". E via a comprare angurie e meloni, erano davvero dolci... e se le faceva anche pagar bene. Per mia nonna questo era "quel de Pradepoz", dal paese da cui veniva. C'era un altro tipo che vendeva angurie, ma è sparito dopo pochi giri perchè mia nonna una volta, in una discussione su un'anguria marcia che gli ha venduto, lo ha preso per il bavero e gli ha strappato la camicia. Mitica mia nonna!
Che figata gli ape 125, con il loro suono inconfondibile del motore, hanno mosso l'economia di una nazione, o se non altro quella di Cordovado e dintorni. Poi ce n'erano altri meno cartteristici, un arrotino e uno che vendeva bibite.
Adesso sono tutti spariti, ce ne sono altri, ho visto in giro un gelataio con un furgone, uno che va a prendere i panni sporchi per lavarli, e il tipo della bo-frost ma l'ape car non ce l'hanno e non urlano messaggi personalizzati che possono leggermente cambiare in base all'umore o al giorno, ma una misera registrazione. Quando passavano i "miei venditori ambulanti" ci si riversava in strada e a volte dovevi aspettare qualche minuto che la signora in fondo alla via finisse le sue compere, magari mandandola anche in malora sottovoce. Oggi siamo abituati diversamente. Ecco, queste cose un po mi mancano.
Buongiorno è arrivato il lattaio per la prima colazione.
RispondiEliminaCiao buona giornata Sisifo
Pensa, la stessa nostalgia la provo io che ho 28 anni, e anche nella mia città sono spariti tutti questi meravigliosi personaggi....Qualcuno resiste ancora nel paese di mio papà in Sicilia, ma rispetto a qualche decina di anni fa, sono molti, molti, ma molti meno....il mondo si evolve, le tradizioni si perdono, e dall'alto dei miei 28 anni, preferivo come eravamo 20 anni fa....
RispondiEliminaChe bel post, Ormoled! Mi hai fatto risentire la voce del pescivendolo di Genova che gridava "Anciùeee! Anciùe fresche!" (acciughe) o - goduria massima - "gianchetti freschi" (bianchetti freschi) che sono i "neonati". E con quelli la nonna ci faceva una vera leccornia: le frittelle! Provare per credere...
RispondiEliminaDa me passa ancora ogni tanto l'arrotino. E' bello sentirlo arrivare con tutti quei megafoni :D
RispondiEliminaDi solito scendo giù da basso e gli do tutti i coltelli. Meglio di così, non si può.
x Sisifo
RispondiEliminaBuongiorno :)
x Debora
Per certi versi preferivo anch'io com'era una volta, e avevamo anche il servizio a domicilio. Approposito, io ho 33 anni, non sono poi tanti di più dei tuoi, ti prego dimmi che non vedi vecchio ;)
x La Mente Persa
L'arrotino è tra quelli che ho vissuto meno, ma era anche tra i più affascinanti come mestiere.
Pensa che quando vedo il video con il piccione rido ancora come un cretino :)
x Bastian Cuntrari
Grazie Bastian :) CHe bella la ricetta, mi hai fatto venir voglia, provo a farli poi ti facico sapere come mi sono venuti.
x Le Favà
L'arrotino è affascinante, e da queste parti non passa più ne a Cordovado ne a Casarsa dove abito adesso, e per i coltelli mi arrangio, ma non viene bene uguale.